In questa notte di paura, è tradizione raccontare le storie più paurose che si conoscono. Ogni città, paese, borgo ne ha sempre qualcuna che si tramanda da generazioni. Le mie sono tutte ambientate a Sassari, in Sardegna.
Una leggenda narra che nella notte del Venerdì Santo, intorno alla mezzanotte, si vedano delle suore camminare con delle candele che escono dal Duomo in processione fino alla vecchia cappella di San Giacomo, nel complesso che una volta ospitava i condannati a morte. Si racconta che, nel caso si riesca a vedere, la processione non debba essere interrotta, in nessun caso. Riguardo questo, vi racconto una storia vissuta quasi personalmente. Una notte mia zia, che abitava in un palazzo della piazza adiacente alla cappella di San Giacomo, ha udito dei canti gregoriani che provenivano dal cortile. Aprì la porta che dava su un terrazzino, e in lontananza vide una persona vestita di nero, con il capo coperto da un velo o un cappuccio. In mano una candela. Camminava lentamente all’interno del cortile. Ad un tratto si fermò e si voltò nella direzione di mia zia. La luce fioca della candela le illuminò parzialmente il viso…lo spettacolo fece terrorizzare mia zia. San Giacomo è disabitato dalla metà del Cinquecento.
C’è un altra leggenda, questa volta è ambientata in una villa situata in Viale Caprera. La casa viene chiamata in due modi: Villa Caria e Villa Caprera. Si narra che in questa enorme villa durante la notte si sentano dei lamenti e dei lamenti strazianti provenire dalla casa e dal giardino. Ci sono versioni diverse, una delle quali parla del fantasma di una bambina intrappolato nei piani superiori. Qualsiasi persona o istituzione abbia abitato quei locali, è scappata quasi subito. Molti credono che Villa Caprera sia la villa situata quasi di fronte alla Chiesa dei Cappuccini ma non è cosi. La villa che erroneamente viene scambiata per Villa Caprera ma effettivamente si trova in Viale Trieste ed è abitata.
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La storia che vi sto per raccontare si tramanda nella mia famiglia da tre generazioni. Fu raccontata per la prima volta a mia nonna quando era ragazzina. Mettetevi comodi…
In un locale al centro di Sassari vecchia, c’era un forno a legna gestito da una fornaia, dove gli abitanti della città andavano a cuocere ogni tipo di prelibatezza. Una notte verso mezzanotte, la fornaia si accorse di essere rimasta senza fiammiferi e chiese a una signora che abitava in quella zona se poteva procurarsi degli altri cerini. La cliente uscì dal negozio e in quell’istante passò una processione, pregavano con una candela accesa. La processione si fermò davanti al forno e la cliente che si stava recando a prendere i cerini, chiese ad una partecipante alla processione se le prestava la candela per mettere fuoco alla legna. Prese la candela, accese il fuoco, ritornò a restituirgliela e non trovò nessuno. Pensò che la processione fosse passata, senza farci troppo caso spense la candela la pose in un angolo. Finito il lavoro andò a riprenderla e vi trovò l’osso di un braccio. Spaventata andò da un sacerdote, raccontò il fatto e chiese come comportarsi. Lui le disse di farsi coraggio, di prendere l’arto e uscire fuori dal forno laddove era passata la processione la sera prima. Avrebbe visto tutte “persone” con le candele, tranne una. E cosi fece. Al primo accenno di rumore prese il braccio e andò fuori. Stava passando la processione e nonostante avesse molta paura, attese. Proprio come le aveva detto il sacerdote, vide tutti con la candela tranne una persona. Le si avvicinò piano e le porse l’osso del braccio; appena quella persona lo toccò, il braccio tornò ad essere una candela e la processione prosegui. La donna si fece il segno della croce e tornò in panetteria.
Fantasmi e spiriti…Ci credete?